sabato 21 marzo 2015

neuroscienze e amore



Oggi si parla dell'amore.

L'amore, che cosa sorprendente, non esiste cosa al mondo che possa superare il dolore e il piacere che ricaviamo da esso.

Ce lo hanno spiegato Pablo Neruda con i suoi infiniti sonetti, a modo suo anche Catullo, le canzoni di Madonna, i libri di Sparks e le tenere commedie americane...ma la scienza?

Beh ecco, adesso anche la scienza :)




Una ricerca della University of Science and Technology of China di Hefei in collaborazione con l’ateneo americano Ichan School of Medicine di Mount Sinai (New York) è la prima a cercare di ottenere prove empiriche delle alterazioni cerebrali collegate all’innamoramento. Lo studio, pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, ha dimostrato, grazie all’uso della risonanza magnetica funzionale a imaging (fMRI), che diverse aree del cervello delle persone innamorate presentano infatti un aumento dell’attività.

I ricercatori cinesi hanno selezionato un gruppo di cento volontari (tutti studenti della Southwest University di Chongqing) di entrambi i sessi, suddividendoli in tre gruppi: gli innamorati, coloro che avevano appena concluso una relazione e coloro che non avevano mai avuto una storia d’amore vera. Agli appartenenti a tutte e tre le tipologie è stato chiesto di cercare di non pensare a nulla in particolare mentre venivano sottoposti alla fMRI. I dati raccolti hanno dimostrato che gli innamorati presentavano un aumento (proporzionale alla durata dell’amore e collegato alla ricompensa, alla motivazione, alle relazioni sociali e alla gestione delle emozioni) dell’attività di una dozzina di aree cerebrali, tra le quali la corteccia cingolata anteriore dorsale, l’insula, l’amigdala, la giunzione temporo-parietale, il nucleo caudato e il lobo temporale. Per i volontari che si trovavano oltre la fine di una relazione amorosa, invece, maggiore era il tempo trascorso senza amore e minore risultava l’attività delle stesse aree cerebrali.

I single, infine, sono risultati simili nelle loro reazioni cerebrali alla seconda categoria, a dimostrazione che quello che causava l’aumento di attività cerebrale nel gruppo degli innamorati era proprio l’amore romantico. «Il nostro studio- ha dichiarato Xiaochu Zhang, a capo della ricerca - fornisce la prima prova delle alterazioni dell’architettura sottostante del cervello correlate all’amore e i risultati gettano una nuova luce sui meccanismi dell’amore».


E chi lo avrebbe mai detto???? scienza e amore che se ne vanno a spasso insieme come una coppietta innamorata.

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